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La Chiesa cattolica tedesca costretta a rendere pubblico il suo patrimonio

 

di Frédéric Lemaître

 

Le Monde” del 20 ottobre2013 (traduzione: www.finesettimana.org)

 

Lo scandalo del vescovo di Limburg (Assia), Mons. Franz-Peter Tebartz.van Elst, le cui spese per il palazzo episcopale in corso di costruzione sono balzate da 5 ad almeno 31 milioni di euro in cinque anni, ricade su tutta la Chiesa cattolica tedesca. Mentre non è filtrato nulla dell'udienza che papa Francesco ha concesso giovedì 17 ottobre a Mons. Zollitsch, presidente della conferenza episcopale tedesca, le spese suntuarie del vescovo di Limburg hanno spinto i tedeschi ad interrogarsi sulla ricchezza della Chiesa.

In seguito alle pressioni della stampa, metà delle 27 diocesi hanno reso pubblico questa settimana il loro patrimonio. Molti tedeschi hanno scoperto in quell'occasione che ne conoscevano solo una piccola parte. Infatti, anche se i vescovi devono pubblicare il loro bilancio (entrate e uscite), il patrimonio della Chiesa resta confidenziale. Basandosi sulla valutazione dell'esperto Carsten Frerk, conosciuto per essere critico nei confronti delle Chiese, il quotidiano Bild valutava, giovedì 17 ottobre, la fortuna della Chiesa cattolica tedesca in 70miliardi di euro.

Oltre ai beni immobili classici, essa possiederebbe infatti dieci banche, diversi compagnie di assicurazione, 70 alberghi, importanti società di gestione immobiliare e diversi media. La sola diocesi di Colonia, che passa per essere una delle più ricche del mondo, valuta il proprio patrimonio 166,2 milioni di euro, secondo un comunicato pubblicato il 15 ottobre. Ma ciò corrisponde solo ad una piccola parte dei suoi beni. La diocesi ammette infatti di aver ricavato 46,5 milioni dai suoi investimenti nel 2012. Il che corrisponde, in base ad un rendimento medio del 4%, ad un patrimonio di circa 1,2 miliardi.

Questa operazione trasparenza, per quanto limitata, permette alla stampa di controllare il tenore di vita dei prelati. Anche se Mons. Tebartz-van Elst è senza dubbio il solo vescovo a disporre di una vasca da bagno di 15000 euro, gli altri prelati non vivono nella miseria. L'arcivescovo di Monaco risiede in un superbo palazzo barocco, la cui rimessa a nuovo è costata 8,7 milioni di euro (tre quarti dei quali sono stati a carico dei contribuenti). Con uno stipendio di 11500 euro al mese, Mons. Reinhard Marx dispone tra l'altro, per visitare i suoi fedeli, di una superba BMW 730i – con autista, naturalmente.

È un argomento sensibile, in quanto i tedeschi cattolici e protestanti pagano un'imposta alla loro Chiesa, tramite i servizi del fisco. Nel 2012, i cattolici hanno versato 5,12 miliardi di euro alla loro Chiesa. Un po' più dei protestanti (4,63 miliardi).

In questo paese in cui le Chiese gestiscono innumerevoli servizi sociali (asili nido, scuole, ospedali, case di riposo...) al punto da essere il secondo datore di lavoro dopo lo Stato, molti fedeli si chiedono, in occasione di questo scandalo, se il loro denaro venga usato bene. Non sarebbe possibile destinare una parte di tali spese a missioni di tipo sociale?

In Germania, le Chiese occupano un posto importante, anche nella vita politica. Simbolicamente, la prima seduta del nuovo Bundestag (parlamento), martedì 22 ottobre, sarà preceduta da una messa ecumenica a cui parteciperanno il presidente della Repubblica, Joachim Gauck (peraltro pastore), e Angela Merkel. Quest'ultima, benché protestante, ha del resto fatto sapere tramite il suo portavoce che le spese suntuarie del vescovo di Limburg costituiscono “una grande prova” per i credenti.