La denuncia di Olmi: «La Chiesa non c'è più»
di Anna Gandolfi
“Corriere della Sera” del 20 febbraio 2013
«Questa rinuncia non è un fatto di natura fisica. Intorno a essa non ci sono risposte, ma interrogativi troppo spesso rinviati. Ebbene, io penso che Benedetto XVI abbia lasciato perché la Chiesa non c'è più, sta perdendo il passo con la storia». Ermanno Olmi, davanti a una platea gremita, dialoga con il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. E lui che a un Papa, il bergamasco Angelo Roncalli, nel 1965 dedicò il film «E venne un uomo», non si sottrae a una lucida riflessione su uno dei più grandi temi di dibattito oggi. L'occasione è la festa per il primo anniversario della nascita del dorso di Bergamo del Corriere, al Teatro Sociale di Città Alta. «Bergamo, terra madre» è il titolo dell'incontro con il regista che delle sue origini rurali ha fatto una cifra stilistica e una chiave di lettura della realtà, anche attualissima. È il direttore che, partendo dallo sguardo smarrito del sacerdote de «Il villaggio di cartone» ripreso in un documentario-tributo, commenta: «Da credenti viviamo una fase storica straordinaria e inaspettata. Il nostro cuore è pieno di affetto per il Pontefice che lascia, ma anche di inquietudine». Ed è allora che Olmi, nato nel '31 in una famiglia saldamente cattolica, scantona: «La Chiesa ha confidato troppo nella liturgia. Il mio vecchio prete ritrova la vera Chiesa quando essa è capace di tornare disadorna. In una realtà tanto diversa Benedetto XVI ha forse sentito l'impossibilità di procedere». Quindi lo sguardo al Conclave, «dove il Papa non sarà scelto dallo Spirito Santo, ma dalle strategie». E poi oltre, con l'auspicio del vero rinnovamento:
«Per il nuovo Papa la presenza muta di Ratzinger non sarà un disagio. Sarà come un interrogativo quotidiano: sarai tu capace di fare ciò che io non sono riuscito a fare?». Una Chiesa alla quale, pur nella difficoltà, «ci dobbiamo stringere — ha però aggiunto de Bortoli —, perché spesso si è trovata a svolgere opera di supplenza rispetto ai valori civili».