Papa Francesco, ma a noi donne che ci manca?
di Lidia Ravera
Il Fatto Quotidiano il 15 mar 2013
Caro Francesco,
mi rivolgo a Lei con la confidenza che merita, dato che, come narrano esultanti
le umane gazzette, sa prendere l’autobus e cucinarsi due uova. Ho letto con
dispiacere la sua dichiarazione a proposito del genere cui appartengo: “Le donne
sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale e i fatti ci
insegnano che l’uomo è politico per eccellenza, le donne da sempre supportano il
pensare e il creare dell’uomo, niente di più”.
Qual è, Francesco, quest’ordine naturale? Quello dei nostri corpi? Siamo
inadatte alla politica perché abbiamo, incistato nella carne, il dispositivo che
genera esseri umani? E questo dettaglio anatomico: ci situa al di sopra o al di
sotto dell’agire politico? Quale lombrosiana divisione dei compiti ci condanna
al ruolo di “supporter”? Lei davvero è convinto che apparteniamo a una razza
inferiore, incompleta? E mancante di che cosa? Il pene? Il discernimento?
Possiamo scegliere soltanto fra Maddalena e Maria, tertium non datur? Qual è la
tara che ci rende indegne di esercitare quello che è un diritto di tutti i
cittadini e le cittadine? colpa di Eva?
Per quanti millenni ancora dovremo pagare la libertà intellettuale, la curiosità
che la rese disobbediente? (Risponda, la prego, visto che è un tipo alla mano).