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L’ossessione di Bergoglio per il diavolo

Anthony Faiola

 

 

Washington Post Traduzione di Belinda Malaspina

 

fonte: www.cdbitalia.it martedì, 27 maggio 2014

 

Noto per essere il beniamino dei cattolici liberali e il sostenitore del perdono e di una fede onnicomprensiva, sul versante zolfo e fiamme infernali papa Francesco è invece assai poco conosciuto. Eppure, dalle sue parole e azioni, Bergoglio risulta evidentemente ingaggiato in una battaglia epica con il più antico nemico di dio e del creato: il diavolo.

Gli insegnamenti su Satana dispensati dal nuovo papa, salito al soglio di Pietro da poco più di un anno, sono già da considerarsi come i più antiquati almeno dai tempi Paolo VI, il cui pontificato negli anni Sessanta e Settanta aveva pienamente abbracciato l’idea di un complotto delle forze infernali per sprofondare l’umanità nella dannazione.

Nella più assoluta segretezza, secondo quanto riportato da fonti vaticane, Francesco si è soffermato molto di più su Satana di quanto abbiano fatto, in preghiere e sermoni, i suoi recenti predecessori; ma non è tutto: Bergoglio ha anche cercato di ridisegnare l’immagine del diavolo come entità soprannaturale dotata di forze del male al suo servizio.

L’anno scorso, per esempio, papa Francesco ha imposto le mani su un uomo in sedia a rotelle che sosteneva di essere posseduto dal demonio, in un gesto da molti visto come improvvisato. Pochi mesi dopo, il papa ha elogiato un gruppo a lungo considerato il parente pazzo della Chiesa cattolica, ossia l’Associazione internazionale degli esorcisti, per «aver aiutato persone sofferenti e bisognose di essere liberate». Il mese scorso, durante una messa a Casa Santa Marta, Bergoglio ha avvertito i presenti di essere vigili e non farsi ingannare dal volto di Satana nascosto nel mondo moderno: «State attenti perché il diavolo è presente», ha ammonito.

La Chiesa predica l’esistenza del diavolo fin dalla sua fondazione. Negli ultimi decenni i sacerdoti e i vescovi più progressisti, in particolare negli Stati Uniti e in Europa occidentale, hanno sviluppato la tendenza a parlare del demonio in termini più allegorici, e il male è diventato più il prodotto della volontà umana che non lo specchio di un disegno superiore ordito da una entità infernale. Persino papa Ratzinger, teologo di scuola tedesca, ha sempre dipinto il male in termini molto generici.

Invece nella sua America latina, dove le visioni mistiche di Satana dominano ancora vaste aree della regione, Bergoglio era già noto, da semplice vescovo di Buenos Aires, per i suoi forti avvertimenti contro «il tentatore» e «il padre di ogni menzogna». Ora che è papa la sua attenzione nei confronti del demonio sta facendo alzare più di un sopracciglio anche all’interno di mura normalmente acritiche come quelle vaticane.

«Papa Francesco non smette mai di parlare del diavolo, è una costante», afferma un anziano vescovo del Vaticano che chiede di rimanere anonimo per garantirsi libertà di parola; «se fosse stato papa Benedetto a tirare in ballo questa faccenda, i media lo avrebbero fatto a pezzi». Eppure, come per molte altre sue azioni, c’è da chiedersi se papa Francesco non stia semplicemente interpretando le correnti che soffiano all’interno della Chiesa cattolica.

L’aumento della domanda di esorcisti Benché difficile da misurare, gli osservatori delle questioni vaticane parlano di una rinascita dei riti mistici della Chiesa, inclusi gli esorcismi e i presunti atti di allontanamento di demoni imprigionati nel corpo di un ospite vivente. Vescovi di Milano, Torino e Madrid si sono mossi per aumentare il numero di esorcisti nelle loro diocesi, al fine di fronteggiare quella che secondo loro sarebbe una domanda in forte espansione.

Ma, come molti teologi di area progressista fanno notare, il papa sta mettendo a repentaglio la propria reputazione di leader che sotto molti altri aspetti sembra essere più al passo con la società moderna rispetto a chi lo ha preceduto. «Sta aprendo le porte alla superstizione», ha constatato il teologo e scrittore Vito Mancuso.

Secondo le principali stime, il numero degli esorcisti ufficiali si aggira tra 500 e 600 in una Chiesa che conta un miliardo di fedeli; la stragrande maggioranza degli esorcisti opera in America Latina ed Europa orientale. La scorsa settimana, alla nona convention sull’esorcismo approvata dal Vaticano, circa 200 delegati – la maggior parte dei quali preti e suore – provenienti da più di venti nazioni hanno discusso di come le sette sataniche, nell’era di Internet, si stiano propagando a macchia d’olio.

Il nuovo papa, sostengono gli esorcisti, è diventato il loro paladino contro il moderno scetticismo, anche quello che matura all’interno degli ambienti cattolici. Ad esempio, per essere ammesso a una pratica di esorcismo il presunto posseduto deve essere prima oggetto di una perizia psichiatrica. Ebbene, gli esorcisti affermano che molti vescovi cattolici troppo liberali negano loro il permesso di praticare l’esorcismo anche in presenza di un corretto iter.

«La triste verità è che ci sono molti vescovi e sacerdoti nella nostra Chiesa che in realtà non credono nel demonio», ha detto il reverendo Gabriele Amorth, l’ottantanovenne sacerdote che sembra incarnare ciò che la Chiesa possiede di più vicino all’esorcismo in stile hollywoodiano. «Sono certo che papa Francesco parlerà a queste persone. Perché quando non credi, allora è il diavolo a vincere».

Nel corso del simposio di esorcisti, il reverendo Cesar Truqui, esorcista con sede in Svizzera, ha raccontato una esperienza da lui vissuta a bordo di un volo Swissair. «Due lesbiche», ha detto, erano sedute dietro di lui sull’aereo. Poco dopo ha cominciato a sentire la presenza di Satana e, come ha raccontato, mentre silenziosamente stava cercando di respingere lo spirito maligno attraverso la preghiera, una delle due donne ha cominciato a ridere e ha lanciato cioccolatini sulla sua testa. Alla domanda su come facesse a sapere che la donna era posseduta, il reverendo ha risposto che «quando senti un ghigno satanico non puoi dimenticarlo. È come sentire l’odore della pizza per la prima volta. Non lo dimentichi mai».

Dalla sua piccola cella dotata di un letto d’ospedale, padre Amorth ha elogiato Francesco per abbracciare così pienamente il concetto biblico del demonio come personificazione del signore incontrastato dell’inferno.

Un esorcista in azione In un raro scorcio di un esorcismo ufficiale della scorsa settimana, in una stanza con piastrelle bianche fornita di immagini di Gesù e della vergine Maria, padre Amorth ha circondato con la sua fascia viola una casalinga napoletana quarantenne, che ha dichiarato di essere afflitta da diversi demoni. L’esorcista ha poi cominciato a cantare in latino, imponendo ai demoni dentro di lei di palesare la loro presenza.
«Dimmi il tuo nome!», chiede Amorth.

«No, no», sibila la donna, scuotendo la testa con gli occhi fuori dalle orbite e parlando con voce alterata, «Non lo farò!».

«Dimmi il tuo nome!», continua a ripetere il sacerdote finché la donna tira fuori un: «Amodeo», il nome di un antico demone e rappresentante del mondo degli inferi.

«Quanti siete?» urla lui, ripetendo la domanda ai suoi grugniti e ai suoi violenti dinieghi della testa. «Siamo cinque!», dice infine lei, sfiancata.

Dopo il suo incontro con i demoni, stringendosi nelle spalle Amorth ha dichiarato: «Stavolta è stato facile».

Dopo l’esorcismo, la donna e il marito hanno detto che vivevano da anni in un inferno. Avevano pregato i vescovi di autorizzare un esorcismo quando la donna cominciò ad avere convulsioni incontrollabili dopo aver ricevuto l’ostia consacrata e a diventare violenta ascoltando le preghiere. Ma la sessione di esorcismo era stata ripetutamente negata. Solo dopo essere stata indirizzata a padre Amorth, e dopo aver cominciato l’esorcismo quattro anni fa, la donna ha finalmente cominciato a migliorare. «Il diavolo esiste ed è grazie a questo trattamento che ho recuperato la mia fede», ha affermato l’ex posseduta. «Penso che papa Francesco faccia bene a dirci che dobbiamo crederci».