Il «superministro» di Bergoglio
di Luca Kocci
“il manifesto” del 25 febbraio 2014
Nel nuovo governo della Chiesa di papa Francesco nasce il «superministero dell’economia». Si occuperà di tutte le attività economiche e amministrative del Vaticano, assorbendo quindi una serie di competenze fino ad ora distribuite in vari organismi. Sarà guidato dall’arcivescovo di Sidney, il cardinale George Pell, ultraconservatore, vicino all’Opus Dei – sebbene formalmente non appartenenente alla Prelatura fondata da Escriva de Balaguer –, con un passato “opaco” rispetto alla gestione di alcuni casi di pedofilia da parte di alcuni preti australiani. Ma che evidentemente gode della fiducia piena da parte di Bergoglio, il quale lo aveva già nominato nella commissione degli «otto saggi» (il cosiddetto C8), il gruppo di cardinali che sta aiutando il papa nel progetto di riforma della Curia.
La decisione di Francesco è stata ufficializzata ieri, con la pubblicazione di un motu proprio (un decreto speciale «di propria iniziativa») sulle pagine dell’Osservatore romano, al termine di una intensa settimana di lavoro, durante la quale si sono svolti il primo Concistoro di papa Francesco – con la creazione di 19 nuovi cardinali e l’avvio del dibattito sul tema della famiglia, in attesa del Sinodo di ottobre –, la riunione del C8 e gli incontri delle due commissione create da Bergoglio sullo Ior e sui problemi economico-amministrativi della Santa sede.
La nuova struttura avrà due gambe: il Consiglio per l’economia – costituito da 15 membri, di cui 8 fra cardinali e vescovi e 7 laici «con competenze finanziarie» – che avrà il compito di «offrire orientamenti» sulla gestione e sulle attività economiche vaticane; e soprattutto la Segreteria per l’economia, elevata al rango di dicastero (quindi questo è il primo vero tassello della nuova Curia) che «risponde direttamente» al papa e «attua il controllo economico e la vigilanza» sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa sede e dello Stato Vaticano, ma anche «le politiche e le procedure relative agli acquisti e all’adeguata allocazione delle risorse umane». Prevista anche la nomina, da parte del papa, di un revisore generale che potrà controllare tutti i conti.
A guidare la Segreteria con il ruolo di prefetto sarà il cardinale Pell, ultraconservatore – fu tra i primi a plaudire e a celebrare la messa tridentina ripristinata da papa Ratzinger – che gli stessi vescovi australiani non hanno mai voluto alla guida della Conferenza episcopale per le sue posizioni integraliste. E che più volte è stato costretto a giustificare i propri comportamenti in merito agli scandali della pedofilia in Australia – dove è in corso un’inchiesta governativa che proseguirà almeno fino al 2015 –, come quando difese fino all’ultimo minuto un prete di Melbourne (allora la sua diocesi) condannato nel 2006 a 13 anni di reclusione per aver abusato di 10 ragazzi.
Quindi un vero «superministero» centrale che avrà il controllo sulle finanze e sulle attività economiche di tutti i dicasteri, gli uffici e gli organismi vaticani, dal governatorato all’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (la potente Propaganda Fide, coinvolta anche nelle inchieste
giudiziarie sulla “cricca” di Bertolaso, Anemone e Balducci) ai media vaticani. «Un’istituzione forte che avrà autorità su tutte le attività economiche e amministrative vaticane, preparerà i bilanci, si occuperà di pianificazione finanziaria, risorse umane e approvvigionamenti», spiega padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa sede.
Gli altri enti economici e finanziari non vengono cancellati: l’Apsa – dove lavorava mons. Nunzio Scarano, attualmente agli arresti per riciclaggio – continuerà ad esistere come «banca centrale del Vaticano», così come l’Aif (Autorità di informazione finanziaria) continuerà a svolgere il suo ruolo di «vigilanza prudenziale» sulle attività del Vaticano. Ma saranno sottoposti all’autorità del nuovo superministero. Nemmeno una parola sullo Ior, che quindi continuerà a operare in piena autonomia.