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Un nuovo caso Galileo?


 di Leonardo Boff

Adista Documenti n° 21 del 7/6/2014

 

È nota la polemica pubblica fra il card. Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e le religiose nordamericane della Leadership Conference of Women Religious (Lcwr). La questione riguarda l’evoluzione cosciente e l’insegnamento cattolico.

1. UN IMPERATIVO COSMICO

Per prima cosa si deve riconoscre che su questo punto, che è di ordine scientifico, la Chiesa non ha, di per sé, nessuna autorità specifica. Si corre il rischio, adesso, nel XXI secolo, di avere un altro caso Galileo, che sarebbe intollerabile per la coscienza moderna e uno scandalo per i cristiani.

Dobbiamo riprendere la questione su base scientifica. I miei punti di riferimento sono scienziati di grande prestigio come il premio Nobel per la Biologia nel 1974, il celebre Christian du Duve, autore dell’opera forse più importante sulla storia della vita, Vital Dust: Life as a Cosmic Imperative, 1995 (“Polvere vitale: la vita come imperativo cosmico”); Thomas Berry, teologo e antropologo culturale (The Dream of Earth, 1990); il teologo Diarmuid O’Murchu (Evolutionary Faith, 2002); il teologo laico e biologo John Haught (God after Darwin: a Theology of Evolution, 2000); David Christian (Big History from the Big Bang to the Present, 2013); il più importante cosmologo vivente, Brian Swimme, autore, insieme a Berry, di The Universe Story, 1992; di The Hidden Heart of the Cosmos, 1996; e, insieme a Mary E. Tucker, di Journey of the Universe, 2002 (tradotto da Fazi con il titolo Il viaggio dell’universo, v. Adista Documenti n. 3/14, ndr); e infine Mark Hathaway, con il quale ho scritto The Tao of Liberation: exploring the Ecology of Tansformation, 2010 (tradotto sempre da Fazi con il titolo Il Tao della liberazione, v. Adista Documenti n. 13/14, ndr).

Partiamo dal presupposto, generalmente accettato dalla comunità scientifica, secondo cui tutto quello che oggi esiste nell’universo ha il suo punto di partenza nella fantastica esplosione avvenuta 13,7 miliardi di anni fa. In quel punto infinitamente piccolo erano presenti, concentrate, tutte le energie, gli elementi, le informazioni che, in seguito all’esplosione, si sarebbero diffuse in tutte le direzioni. L’evoluzione si auto-organizza e crea, a partire da questi dati primordiali, complessità sempre maggiori, fino a un punto in cui, come afferma Christian du Duve, la vita irrompe «come un imperativo cosmico». La vita umana è un subcapitolo del capitolo della vita. Ma gode di una singolarità che va ribadita e che è il punctum dolens della discussione tra le istanze dottrinali del Vaticano - le quali, a quanto pare, si muovono all’interno della vecchia e tradizionale visione del mondo - e le religiose nordamericane, che vengono da una formazione scientifica del più alto livello.

2. L’IGNORANTIA ELENCHI DELLE ISTANZE VATICANE

A mio parere, c’è, da parte del cardinal Gerhard Müller, un’ignorantia elenchi (ignoranza della questione) che può creare un nuovo tragico caso Galileo. E questo non può avvenire durante un pontificato come quello di papa Francesco, che si è mostrato così profondamente aperto rispetto alle questioni moderne.

Prendiamo il tema della coscienza, sulla base degli autori citati. La coscienza è la forma più alta della vita. Se l’universo, la vita e ogni essere possiedono tutti una loro genealogia, lo stesso vale per la coscienza, che ha anch’essa il suo posto all’interno dell’universo, come espressione delle relazioni degli elementi primordiali, dell’energia e delle informazioni originarie a un intensissimo grado di complessità e di relazionalità. In questo senso, essa possiede la stessa antichissima età del cosmo: 13,7 miliardi di anni.

Pensatori legati alla nuova fisica, specialmente alla nuova cosmologia, sostengono la tesi secondo cui la coscienza si presenta come un fenomeno quantistico. Noi esseri umani coscienti, perciò, siamo parte integrante dell’universo e non esseri erratici venuti dall’esterno della nostra realtà cosmica. Se oggi non abbiamo alcuna difficoltà ad ammettere l’evoluzione del nostro essere fisico e la sua origine cosmica, dobbiamo ugualmente individuare l’origine del nostro essere mentale risalendo fino alla sua nascita nelle particelle elementari all’interno del campo di Higgs. 


3. LA FONTE ORIGINARIA DI TUTTI GLI ESSERI

La fisica (meccanica) quantistica è quella teoria scientifica elaborata nei primi anni del XX secolo che supera la visione dell’atomo (come ultima particella indivisibile della materia), per soffermarsi ad analizzare le particelle elementari che lo compongono. Nella teoria quantistica si è passati, in verità, dalle particelle alle onde di energia, in quanto esse configurano un’energia condensata, detta quantum (pacchetti di onde). Ciò che esiste è un campo energetico (teoria quantistica relativistica dei campi), una specie di quadro risultante dalle interazioni continue delle particelle, le quali non esistono mai chiuse in se stesse, ma sono sempre collegate le une alle altre: il campo è esattamente l’effetto di questa trama costante di relazioni.

Quando si vuole porre l’accento sulla dimensione di energia (onda) del campo, si parla di “bosoni”. Quando si vuole sottolineare la dimensione della materia (particella) dello stesso campo, si parla di “fermioni”. Il “bosone” è la relazione, il “fermione” è la cosa correlata. Tutto, anche noi umani, è composto di bosoni e di fermioni. In noi il fermione è la nostra dimensione individuale e corporea, il bosone la nostra dimensione relazionale e spirituale.

La novità della teoria della relatività quantistica sta nel fatto che ogni realtà fenomenica è una realtà quantistica, presente sempre sotto due aspetti simultaneamente, quello di onda e quello di particella. Particella e onda provengono da qualcosa di ancora più basilare, non rilevabile da alcuno strumento, ma dedotto in base alla dinamica stessa del campo: qualcosa che viene chiamato, in modo manifestamente insufficiente, “vuoto quantistico”, considerando che di vuoto non ha niente. Rappresenta il campo dei campi, l’energia di fondo, l’abisso di energia, l’oceano di forze in cui tutto avviene ora come onda di energia, ora come particella di materia, ora come onda e particella insieme, in modo complementare. Tutto nasce dal vuoto quantistico e tutto vi fa ritorno. Il grande cosmologo Brian Swimme lo definisce «fonte originaria di tutti gli esseri», quello che le religioni chiamano Dio, sempre presente e sempre disponibile.

La teoria della relatività di Einstein fornì la prova della convertibilità tra massa ed energia. L’energia può diventare materia e la materia può diventare energia. Meglio ancora, la materia è energia concentrata e stabilizzata e può trasformarsi nuovamente in energia. Così, per esempio, la conversione di un solo grammo di materia pura libera un calore sufficiente a far evaporare 34 miliardi di grammi d’acqua, vale a dire, 34 milioni di litri.

3. COME SORGE LA COSCIENZA?

Occorre prima di tutto chiarire cosa si intende per coscienza. Nel contesto della riflessione quantistica, la si intende nel suo senso più ampio e comprensivo possibile. Rappresenta quello che viene definito olismo relazionale (l’olismo è la tesi secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto, ndr). Mi spiego: l’essenza della coscienza è una totalità permanente e indivisibile o un’unità coerente che risulta dal complesso di relazioni che un punto stabilisce con tutto ciò che gli sta intorno. La coscienza è essenzialmente relazione in ogni parte e in tutte le direzioni (la tradizione filosofica occidentale definiva la persona come un essere-in-relazione).

Una tale struttura relazionale è presente già nel primissimo momento dell’esplosione e dell’espansione primordiali. Quando due protoni, in quel loro primitivo incontro, si collegano, si sovrappongono e partecipano di un medesimo campo, vengono a costituire un’unità minima, presentandosi pertanto come bosoni (particelle di relazione).

L’espansione evolutiva di materia/energia/informazioni consiste nell’aumento esponenziale delle relazioni e nella creazione di unità sempre più complesse. Ciò che costituisce la struttura di base della coscienza – relazioni e creazione di unità – si trova dunque già presente alle origini dell’universo.

Si è osservato che, quando quest’unità tocca un certo livello di complessità, emerge la materia viva. Quando la materia viva, a sua volta, acquista una complessità ancora più grande, con la comparsa del cervello, le componenti materiali del tessuto nervoso (neuroni) cominciano a vibrare all’unisono: non si comportano solo come un tutto, ma diventano effettivamente un tutto. Come se tutti gli strumenti dell’orchestra suonassero all’unisono la medesima nota. È il sorgere della coscienza umana.

Per fare un’analogia, la coscienza è come una lavagna. Attraverso l’interazione con l’ambiente, la coscienza raccoglie informazioni, le registra, le rielabora arricchendo così la sua unità fondamentale. Come ha mostrato Ilya Prigogine, Premio Nobel per la Chimica, tutti i sistemi viventi sono aperti, prendendo dall’ambiente materia destrutturata e stabilendo con essa un dialogo: si crea così, grazie alla capacità di autorganizzazione propria di tutti i viventi, un ordine nuovo più alto, all’interno del quale la materia realizza potenzialità che le sono inerenti ma che si concretizzano unicamente al livello degli esseri viventi e degli esseri coscienti.

La differenza tra gli esseri viventi e quelli “inerti” risiede nel grado di addensamento delle relazioni. Negli esseri “inerti” (come una roccia) i bosoni formano meno conglomerati e predominano i fermioni (le cose in sé). Negli esseri viventi (come l’essere umano) si addensano maggiormente i bosoni, formando condensati fino alla massima concentrazione e così sviluppando internamente un’unità indivisibile, sinfonica: la coscienza umana.

La differenza tra essere vivente ed essere “inerte” non è dunque di principio ma di grado. Il principio della relazione e della capacità di costituire unità accompagna da sempre la creazione, fin dall’inizio.

4. LA LUNGA GENEALOGIA DELLA COSCIENZA

La coscienza possiede dunque la sua lunga genealogia. Per la coscienza, l’evoluzione diventa un’evoluzione cosciente. Essa raggiunge un livello cosmico. Ha avuto inizio, nella sua forma più rudimentale, nell’unità primordiale delle due prime particelle elementari che hanno interagito e stabilito un collegamento. È andata via via progredendo, con il crescere del ventaglio di relazioni, in un dialogo dinamico con l’ambiente (con i fermioni), fino a quella complessità suprema che si traduce come coscienza riflessa.

Da allora il campo della coscienza (bosoni) e il campo della materia (fermioni) sono in dialogo costante, dando origine a ordini sempre più ricchi, più aperti e più accelerati in tutti in campi della cultura, della società, della religione, del cristianesimo e dell’intera umanità.

La coscienza sta dando all’universo una spinta in avanti, aumentando i ritmi dell’evoluzione, rendendolo più ordinato e più carico di direzionalità, senza escludere però la possibilità di involuzioni, considerando il carattere demens (non solo sapiens) dell’essere umano. Si tratta però sempre di una tendenza ascensionale, non di una decadenza. Quando la coscienza si trasforma in un atto di comunione con il tutto e di amore verso ogni espressione dell’essere, l’universo approda a se stesso e si realizza più pienamente. Viene suggellata l’alleanza fra Terra e umanità, alleanza di integrazione e di riconciliazione.

Siamo dunque frutto della stessa dinamica cosmogenetica di cui è permeato l’intero universo. La coscienza è il punto più avanzato di tutto il processo della vita. Mediante la coscienza, l’essere umano si inserisce armonicamente e pienamente nel sistema generale delle cose: non si trova fuori dall’universo, ma dentro, come sua componente, capace tuttavia di consapevolezza di sé e degli altri, capace di amarli e di identificare Dio in azione nell’intero processo evolutivo.

Oggi viviamo in un momento speciale della storia dell’umanità e del pianeta Terra: il processo di globalizzazione. Si tratta di un fenomeno antropologico, prima ancora che economico-finanziario. Tutti i popoli fanno ritorno alla Casa Comune, la Terra, sviluppando lentamente una coscienza collettiva, la consapevolezza di essere un’unica specie e un’unica famiglia. Pierre Teilhard de Chardin, nel 1933, aveva già profetizzato l’irruzione di una nuova era e di una nuova coscienza, chiamandola noosfera: la sfera della convergenza delle coscienze umane intorno al Cristo cosmico, in maniera da formare un’unica e grande coscienza della specie umana, nella stessa Casa Comune e con il compito etico e spirituale di prendersi cura del creato. Questo momento è ormai arrivato e i cristiani individuano in tale fenomeno l’emergere dello Spiritus Creator e del Cristo cosmico, i quali guidano, orientano e conducono alla pienezza tutta l’umanità e tutto il creato.

Le religiose degli Stati Uniti hanno compreso la singolarità di questo momento storico-salvifico e fanno di questa singolarità una nuova esperienza spirituale e un incontro con il Signore che continua a operare nella creazione guidandola in direzione del Regno della Trinità