Sindone. Perché si tratta di un falso

 

Carlo Papini

 

Riforma” - settimanale delle chiese evangeliche battiste metodiste e valdesi – del 8 maggio

2015

 

Rispondo alle lettere di S. Comparetti e A. Costantino (nn. 16 e 17) e allarticolo di Claudio Bo (n.17, pag. 6). Nessuno di loro ha evidentemente letto il mio libro sulla Sindone del 1998*.

Dispiace dover constatare che quanto scrive Claudio Bo (n. 17) è proprio l’opposto della realtà: tra il volto e il capo dellimmagine sindonica esiste uno stacco innaturale di 18 cm. che non dovrebbe esserci perché, secondo il modo di piegare il telo presupposto dalla Sindone, il volto e il capo dovrebbero essere uniti e presentare una superficie continua. Quindi nella illustrazione (errata) di p.6 le didascalie andrebbero invertite: «come è» in basso e «come dovrebbe essere » va in alto. Nessuno ha mai trovato sul telo del polline fossile di piante del I secolo poi estinte. Le monete sugli occhi non è pratica giudaica. Il 21 aprile 1988 il cardinale Ballestrero, in presenza del suo consulente scientifico prof. Gonella, del direttore del British Museum dr. Tite e di uno specialista di tessuti antichi, ha fatto staccare dalla Sindone (il cui tessuto a spina di pesce è riconoscibilissimo) una striscia di cm. 7x1 che, divisa in tre, fu consegnata ai tre laboratori scientifici (ritenuti i migliori del mondo) di Zurigo, Oxford e Tucson (Arizona), scelti dalla stessa curia torinese per l’analisi del carbonio-14.

Pur lavorando indipendentemente l’uno dall’altro e nella massima segretezza, il risultato si rivelò perfettamente coincidente: il telo era stato tessuto negli anni 1260-1390 d.C.. L’analisi del radiocarbonio è stata perfezionata al massimo ed è ormai riconosciuta perfettamente attendibile. Tutti i molti tentativi di contestarne i risultati sono falliti (come vedremo). Il risultato coincide con le prime notizie storiche sicure sullesistenza della Sindone di Lirey-Torino: 1357. Questa coincidenza è molto importante e conferma il risultato.

La Sindone di Torino è dunque un falso costruito alla fine del XIII secolo da un laboratorio orientale (forse a Smirne) con un metodo sconosciuto in Occidente (strinatura da un rilievo in bronzo riscaldato) per consentirle di superare le prove di bollitura cui veniva sottoposta per accertare che non fosse dipinta.

È dunque il risultato di una frode per ingannare gli ingenui Crociati: non c’è proprio nulla di «sacro» in essa. P. L. Baima Bollone, autore quanto mai prolisso, non è uno scienziato serio ma un medico legale che gode di scarsissima considerazione nellambiente scientifico internazionale (fu infatti escluso dallanalisi del 14C). Sui fili della Sindone che detiene fin dal 1978 ha scoperto di tutto: la mirra e laloe esclusa dagli scienziati americani, il sangue (di cui è riuscito addirittura a stabilire il gruppo sanguigno AB) e tracce di monete del I secolo sugli occhi, senza mai fornire alcuna prova. Dire che sia «in buona fede» è una totale ingenuità. Nel 1996 organizzò una vasta tournée di conferenze a uno pseudo-scienziato russo, D. A. Kouznetsov, il quale pretendeva dimostrare che il risultato del 14C era falsato perché non aveva tenuto conto del forte riscaldamento (circa 250° C) cui era stato sottoposto il tessuto sindonico durante lincendio di Chamry del 1532. Poco dopo si scoprì che il russo era un volgare imbroglione, che non aveva mai messo piede in un laboratorio scientifico e che era inquisito negli Usa per aver emesso assegni a vuoto, ecc.

È doloroso dover scrivere che non c’è alcuna serietà in quello che scrive il Baima Bollone ormai da trent’anni. Purtroppo dietro di lui premono forti interessi economici del «Centro di sindonologia torinese» che gestisce molti affari (Museo della Sindone, convegni, libri, ecc.).

Dispiace che, con la sua venuta a Torino nel giugno prossimo, papa Bergoglio avalli e confermi un’operazione economico-politica che non ha proprio nulla di «spirituale», anche se lo si fa credere al popolo dei fedeli.

* C. Papini, Sindone: una sfida alla scienza e alla fede. Torino, Claudiana, 19982.