Israele e di un atteggiamento smaccatamente
filopalestinese. E c’è chi si è spinto fino a denunciare
critiche di merito, come quelle sugli insediamenti,
rispolverando l’accusa di antisemitismo. L’Europa ha fatto il
pieno di queste critiche».
Ma Israele non rischia così
l’isolamento?
«A Netanyahu e alla destra oggi al potere,
dell’Europa non è mai interessato niente. Chi conta sono solo
gli Stati Uniti. E Netanyahu è convinto che dal 20 gennaio 2017
alla Casa Bianca si cambierà aria con l’insediamento di Donald
Trump e l’uscita di scena dell’odiato Obama».
“The Donald”e i suoi consiglieri per il
Medio Oriente hanno ribadito a più riprese di non considerare
gli insediamenti né illegali né un ostacolo alla pace.
«Cosa vuole che le dica: spero che il presidente
Trump sia più pragmatico ed equilibrato del Trump candidato e
che non avalli comportamenti irresponsabili. Il Medio Oriente è
già in fiamme, e gettare altra benzina sul fuoco sarebbe una
iattura. Per tutti».
Cosa significa essere per Lei “amici
d’Israele”?
«Un vero amico è quello che sa dirti quando
sbagli e ti aiuta a non ricommettere gli stessi errori. Israele
ha bisogno di questi amici. Obama lo era. E Trump?».