Deuteronomio

il libro dell’amore appassionato

 

Franco Barbero

 

Sbobinatura e adattamento non rivisto dall’autore

 

In “cdb informa” n° 62 novembre 2015

 

E’ interessante scoprire che Deuteronomio deriva da una cattiva traduzione greca di un versetto ebraico che voleva dire: “la copia della legge”, tradotta invece con: “la seconda legge” ed è poi prevalsa. E’ uno dei 5 libri presenti nel Pentateuco, la Torah per gli ebrei; è una riflessione che riprende tutta la legislazione precedente, presente nel Levitico, in Esodo e in  Numeri, la rimastica, la rivede e la rilancia.

 

Quando avvenne la redazione? Secondo la tradizione ebraica il libro del Deuteronomio sarebbe stato scritto da Mosè in persona. La redazione finale , attingendo delle tradizioni più antiche, avviene probabilmente durante o nel dopo esilio, nel 6° secolo a.C. E’ un libro che rilancia il tema dell’Alleanza quando ormai c’è l’esperienza dei secoli trascorsi, dell’usura del tempo. Israele ha sperimentato in questo lungo lasso di tempo che tener duro, perseverare è stata un’impresa ed allora viene rilanciata l’Alleanza con Jahvè dicendo: “guarda quante cose nei secoli abbiamo sperimentato”.

 

La struttura letteraria del libro è composta di tre lunghi discorsi di Mosè, fatti prima dell’entrata nella terra di Canaan. Nel primo, dal cap. 1,6 fino al cap. 4,43, si ricordano i fatti avvenuti nei 40 anni passati nel deserto. Il secondo discorso di Mosè va dal cap. 4,44 fino al cap. 28,68 ed è diviso sostanzialmente in due parti: nella prima parte,che va dal cap. 4,44 al cap. 11,32, c’è una grande esortazione alla fedeltà: “ siate fedeli con tutto il cuore” e poi dal cap. 12 fino al 28 la Legge applicata, le varie prescrizioni che vengono riprese, riadattate, ripensate. Nel terzo discorso di Mosè, molto breve, dal cap. 28,69 fino al cap. 30,20 vi sono le esigenze dell’Alleanza, vengono sottolineate la benedizione e la perdizione. Negli ultimi capitoli troviamo: gli ultimi giorni, il canto e le ultime esortazioni di Mosè.

 

Nel libro del Deuteronomio c’è uno stile esortativo continuo e, soprattutto, rileggendolo con un po’ di conoscenza storica dell’ebraismo, ricorre sempre questa espressione: “amate con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la vostra vita”, evidentemente perché una storia come quella degli ebrei, la si può costruire e mantenere solo con tutto il cuore, con tutte le forze. Non dimenticate che Gesù riprenderà proprio questo concetto, non semplicemente “ama il Signore Dio tuo e il tuo prossimo”, ma “ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutte le tue forze”. L’ebraismo riflettendo sulla sua storia, aveva visto che quando non si ama appassionatamente, l’amore si perde. Questo è un insegnamento molto prezioso! Il Deuteronomio lo riprende continuamente, perché c’è una saggezza che viene dai secoli e c’è un’esperienza che parla dell’amore. Essere fedeli ai nostri ideali durante tutta la nostra vita, significa non solo fare i conti con il tempo che passa, ma vuol dire misurarsi con tutta una serie di realtà che cambiano.

 

L’ebraismo può essere considerata come la religione del tempo, più che dello spazio; gli ebrei considerano soprattutto il tempo. Uno degli insegnamenti della Torah è: “ricordati del tempo” e allora bisogna scandire le feste come serbatoi di speranza e di energia. Ecco cosa sono le feste d’Israele: momenti per riprendere le energie, perché altrimenti le forze decadono. L’ebraismo crede che il tempo sia un dono, ma nel tempo noi possiamo tradire, perdere la fiducia, smarrire il sentiero ed ecco allora lo Shabbat, il sabato, il riposo festivo. Le feste sono rifornimenti per continuare il cammino: è interessante questa ottica di Israele! Per l’ebreo la funzione delle feste è di assumere forza, energia, rinnovare  l’alleanza, far rifornimento presso Dio. Per Israele è essenziale! Nel tempo “l’acqua bollente” si intiepidisce, nel tempo il cammino si esaurisce, ma l’Alleanza è la garanzia, il dono che Dio fa al nostro cammino per ringiovanirsi. Isaia dirà “come ali d’aquila tu ritroverai la giovinezza del cammino e del volo se ti affiderai all’Alleanza”. Questo tono lo troverete sempre nel Deuteronomio, perché i libri che sono scritti in un anno condensano delle memorie, ma i libri che raccolgono le memorie di secoli sono molto più attenti alla dinamica del tempo.

 

Io vorrei percorrere con voi alcuni di questi passi tra i più significativi.

Innanzitutto la grande promessa ,che suona apologetica al cap. 1,10:il Signore, vostro Dio, vi ha resi numerosi come le stelle del cielo.- è il linguaggio della benedizione - 12ma io non sono più in grado di portare la responsabilità e il peso delle vostre liti. 13Dalle vostre tribù sceglietevi uomini saggi, intelligenti e capaci: io affiderò loro la responsabilità di essere i vostri capi.  Il popolo non è fatto di puri spiriti e per entrare nella Terra promessa occorre un’organizzazione. Mosè che dice: “io non posso portare la responsabilità e il peso delle vostre liti” , fa vedere che la storia del popolo è abbastanza tormentata.  Il v 19: Come il Signore, nostro Dio, ci aveva detto di fare, partimmo dal monte Oreb e attraversammo tutto quel deserto grande e terribile riassume in modo molto efficace la loro storia raccontata in Esodo e nel libro dei Numeri

Al cap. 3 c’è il lamento di Mosè: 23'In quel medesimo tempo rivolsi al Signore questa preghiera: 24Signore Dio, ora hai mostrato a me, tuo servo, l'inizio delle tue imprese grandiose: nessun altro Dio in cielo e sulla terra può fare quel che fai tu!25Lasciami passare il Giordano, lasciami vedere quella terra fertile, i bei monti e il Libano.26'Ma per colpa vostra il Signore se la prese con me e non accolse la mia preghiera. Mi disse: 'Basta, non insistere!  Il Signore si arrabbia e dichiara: 28Da' istruzioni a Giosuè, fa' che sia forte e coraggioso: lui diventerà il capo di questo popolo e lo guiderà alla conquista della terra che vedrai.

Finisce qui il primo grande discorso di Mosè, che sostanzialmente fa solo vedere quello che è già avvenuto.

Dal cap. 4,44 incomincia il tema dell’invito alla fedeltà. I 10 comandamenti: 1Mosè convocò tutto il popolo d'Israele e disse: 'Ascolta, popolo d'Israele, le leggi e le norme che oggi ti comunico: imparatele e impegnatevi a metterle in pratica.2Il Signore, nostro Dio, ha concluso con noi un'alleanza sul monte Oreb; 3non l'ha conclusa con i nostri padri, ma proprio con noi, che oggi siamo qui ancora vivi’.  Le parole che ritornano di più sono, in ebraico: shemà, “ascolta”,  e l’altra è “ricordati”. Cap.6 4:ASCOLTA, Israele: Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo! 5Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. 6Le parole di questo comandamento, che oggi ti do, restino nel tuo cuore: 7le ripeterai ai tuoi figli, le dirai quando ti corichi e quando ti alzi. 8Le legherai come un segno sulla tua mano e le porterai come un pendaglio davanti agli occhi. 9Le scriverai sugli stipiti della tua casa e all'ingresso delle città.. “Ascolta! Ricorda!” il vero problema è che tutto può essere dimenticato: anche le cose più belle, quelle che hanno inciso di più nella nostra vita possono essere dimenticate. Israele rilegge in questi passi tutta sua storia.  E che cosa bisogna fare? Occorre fare di tutto per non dimenticare, bisogna riporre nel cuore, bisogna usare tutti i mezzi per ricordare. E’un laboratorio della memoria questo inizio del capitolo sesto! Sembra impossibile, ma c’è una tendenza a perdere memoria, o perché non le hai messe nel cuore, quindi le cose che non sono andate nel cuore si perdono facilmente, o perché non te le dici e  ridici.

Al cap.8 al versetto  10Mangerai, dunque, ti sazierai e benedirai il Signore, tuo Dio, perché ti ha dato una terra fertile. 11'Sta' attento a non dimenticare il Signore, tuo Dio: se lo dimenticherai, non osserverai i suoi ordini, le sue norme e le sue leggi che io oggi ti consegno. 12'Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato,13quando il tuo bestiame, grosso e piccolo, sarà aumentato di numero, quando possederai oro e argento, quando ogni tuo avere sarà diventato abbondante,14non succeda che il tuo cuore si esalti e tu dimentichi il Signore, tuo Dio: egli ti ha fatto uscire dall'Egitto dove eri schiavo. “Quando arriverai nella terra”, ma qui c’è la riflessione sulla storia d’Israele, “e avrai le cose che hai sperato ricordati che in quel momento ti verrà la tentazione di sederti”. E’ incredibile! Quando si ha la sazietà nella vita arriva la smemoratezza. E’ un monito, perché nel momento l’obiettivo della terra è raggiunto, i desideri sono colmati, in quel momento comincia la grande tentazione, perché è il momento in cui si dimentica il patto, non ci si ricorda più che si è stati itineranti, esuli da una casa della schiavitù. Bisogna aver sperimentato le illibertà per amare la libertà! Se uno non si sente in qualche “camicia stretta”, finisce che non cerca la libertà. Se non vedi nel mondo la mancanza di libertà, se non partecipi a questo dolore del mondo, va a finire che non cerchi più la libertà . 17Non succeda che tu pensi: 'Con la mia forza e con la mia abilità mi sono fatto queste ricchezze! Ricordati che sono un dono!

 E invece che cosa dovrai fare quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “che significato hanno questi precetti, statuti, decreti?” tu gli risponderai: “eravamo schiavi del faraone in Egitto …”. L’importanza della narrazione, della testimonianza! Le memorie preziose si narrano, si tengono nel cuore e si raccontano. L’ebreo dice che bisogna avere la riconoscenza del cuore, ma che deve farsi parola: non dire mai un grazie se non lo senti con il cuore!

Poi ci sono delle frasi belle, soprattutto quelle che riguardano il nostro cuore: al cap. 10: 12Israeliti, il Signore, vostro Dio, vi chiede soltanto questo: di rispettarlo e comportarvi come lui vi ha indicato, di amarlo e onorarlo con tutto il cuore e con tutta l'anima! 13Osservate i comandamenti e le leggi dei Signore che oggi vi comunico. Se farete così, sarete felici. (…)16'Non continuate a essere testardi ed eliminate la durezza dal vostro cuore! 17Infatti il Signore, vostro Dio, è Dio su tutti gli dèi e Signore su tutti i signori. Egli è il Dio grande, forte e terribile. Non fa preferenze e non si lascia corrompere con regali; 18difende i diritti dell'orfano e della vedova; ama gli stranieri che vivono con voi e procura loro cibo e vestiti. 19Perciò amate questi stranieri, perché anche voi foste forestieri quando eravate nell'Egitto. Questo tema dello straniero ritorna un’infinità di volte!

Al cap. 11: 18Imprimetevi dunque nel cuore e nell'anima questi miei insegnamenti: li legherete come un pendaglio davanti ai vostri occhi. 19Li insegnerete ai vostri figli, lo ripete. Ma voi direte: come mai queste cose vengono ripetute? per loro le cose importanti vanno ribadite; le troveremo anche in altri libri della Bibbia : 26Vedete, io vi pongo oggi davanti alla scelta, tra una benedizione e una maledizione. 27Avrete la benedizione, se ubbidirete agli ordini del Signore, vostro Dio, che oggi vi comunico; 28vi colpirà la maledizione, se non ubbidirete agli ordini del Signore, vostro Dio, se vi allontanerete dalla strada che oggi vi indico.  Ci sono due vie: quella della saggezza e quella della perdizione. Numerosi salmi portano lo stesso insegnamento. Tutto va logicamente interpretato tenendo conto del tempo in cui questi libri furono scritti.

Al cap. 15 c’è la remissione dei debiti ogni sette anni, in attesa del giubileo. Poiché la vita era breve, il giubileo era la remissione totale;  15,1Ogni sette anni saranno condonati tutti i debiti. 2Si procederà in questo modo: quando sarà stato proclamato, in onore del Signore, l'anno per il condono dei debiti, chi avrà fatto un prestito ad un altro, non costringerà il suo prossimo, un suo connazionale, a rimborsare il debito. 3Si potrà esigere da uno straniero il pagamento dei debiti; ma quelli che avrete con un connazionale saranno condonati.  -5'Se ubbidirete al Signore, vostro Dio, mettendo in pratica tutti questi comandi che oggi vi ordino, non ci sarà nessun povero tra voi: il Signore, vostro Dio, vi colmerà di ogni bene nella terra che sta per darvi come proprietà perenne. (…)7'Se in una città della terra che il Signore, vostro Dio, vi dà, ci sarà tra di voi qualche Israelita povero, non sarete di cuore duro e non chiuderete la mano davanti al fratello povero. 8Anzi, sarete generosi con lui e gli presterete ciò di cui ha bisogno nel suo stato di necessità.9Quando è ormai vicino il settimo anno, quello del condono, state attenti a non lasciarvi guidare da pensieri egoisti. Non siate duri con il connazionale bisognoso rifiutandogli ogni aiuto. Se egli sarà costretto ad accusarvi davanti al Signore, voi dovrete renderne conto. 10Non siate dunque maldisposti con lui e fategli prestiti generosi. E il Signore, vostro Dio, benedirà ogni vostro lavoro e ogni vostra iniziativa. 11'Ci saranno sempre poveri nella vostra terra: perciò vi ordino di essere generosi con i vostri connazionali poveri e bisognosi.

Uno dei brani più interessanti, che non troviamo altrove, è al cap. 17, tra le leggi: l’elezione del re.  Il profeta Samuele, obbligato dal popolo, aveva unto il  primo re, ma non era molto d’accordo, perché sapeva che i sovrani  invece di provvedere alla giustizia si impossessano dei beni dei poveri, tradiscono … Ma qual è la legge per il re? E’ una legge straordinaria:  cap. 17,14 Quando sarete entrati nella terra che il Signore, vostro Dio, sta per darvi, né avrete preso possesso e la abiterete, può darsi che vogliate avere un re come tutti i popoli vicini. 15Allora dovrete nominare come vostro re colui che il Signore, vostro Dio, avrà scelto. Farete re uno dei vostri connazionali: non potrete mettere come vostro capo uno straniero che non appartiene al popolo d'Israele. 16'Egli non dovrà possedere molti cavalli, né far tornare il popolo in Egitto per acquistarne, perché il Signore vi ha proibito di tornare indietro per quella strada.17Non dovrà avere molte mogli, perché il suo cuore non si allontani dal Signore, e non dovrà accumulare molto argento e oro. 18'Quando salirà al trono, farà copiare per sé, su un libro, questa legge custodita dai sacerdoti leviti. 19La terrà presso di sé e la leggerà tutti i giorni della sua vita. Così imparerà a rispettare il Signore, suo Dio, osserverà tutte le prescrizioni di questa legge e queste norme, e le metterà in pratica. 20In tal modo, eviterà di ritenersi superiore ai suoi connazionali e di trasgredire qualcuno di questi ordini. Allora lui e i suoi discendenti regneranno a lungo su Israele. Questa è una pagina stupenda, cercate di collocarla nella sua epoca. E’ una pagina di un’attualità straordinaria! E’ uno dei capolavori della moralità politica dentro il suo tempo.

Al cap. 18 15Il Signore, vostro Dio, farà sorgere un profeta come me, e sarà uno del vostro popolo. A lui dovrete dare ascolto, ma ci sono anche i falsi profeti : 22 Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura.

Poi ci sono le città-rifugio in cui chi aveva commesso un errore preterintenzionale non doveva subire vendetta.

Al cap. 23:  8Non avrai in abominio l'Edomita, perché è tuo fratello. Non avrai in abominio l'Egiziano, perché sei stato forestiero nella sua terra. C’è una riflessione e un ripensamento rispetto alle relazioni tra i popoli.

Al cap 24:  5Se un uomo ha appena preso moglie, non andrà in guerra e non sarà obbligato ad altri servizi. Per un anno potrà dedicarsi liberamente alla sua casa e rendere felice la donna che ha sposata. Un anno di riposo. Poichè la guerra era continua, per un anno era esentato dal servizio militare.  17Non deviate il corso della giustizia a danno di uno straniero o di un orfano. Non prendete in pegno il vestito di una vedova. 18Non dimenticatevi che anche voi siete stati schiavi in Egitto, e il Signore, vostro Dio, vi ha liberati di là: perciò vi ordino di mettere in pratica questi comandamenti. Una parte del raccolto spetta ai poveri 19Quando raccogliete il grano nei vostri campi e dimenticate alcune spighe nel campo, non tornate a prenderle. Esse saranno dello straniero, dell'orfano e della vedova. Così il Signore, vostro Dio, benedirà ogni vostra impresa. 20Quando raccogliete le ulive, non tornate indietro a cercare quelle che avete dimenticato: esse sono dello straniero, dell'orfano e della vedova. 21Quando cogliete l'uva nella vostra vigna, non ripassate a raccogliere i grappoli dimenticati: essi sono dello straniero, dell'orfano e della vedova.22Non dimenticate che anche voi siete stati schiavi nel paese d'Egitto: perciò vi ordino di mettere in pratica questi comandamenti. Queste sono cose che accadevano anche nelle nostre campagne quando io ero piccolo. Sono leggi di protezione per lo straniero, la vedova, l’orfano, una protezione che l’impero romano non aveva.

Al cap. 30 c’è un brano molto noto, un’esortazione a scegliere la via del bene:  11 Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. 12 Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? 13 Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? 14 Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica. 15 Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie.

Al cap. 34 Mosè benedice le tribù e poi muore:  1 Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutto il paese: Gàlaad fino a Dan, 2 tutto Nèftali, il paese di Efraim e di Manàsse, tutto il paese di Giuda fino al Mar Mediterraneo 3 e il Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme, fino a Zoar. 4 Il Signore gli disse: «Questo è il paese per il quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: Io lo darò alla tua discendenza. Te l'ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!».5 Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l'ordine del Signore. 6 Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. 7 Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. 8 Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni; dopo, furono compiuti i giorni di pianto per il lutto di Mosè. 9 Giosuè, figlio di Nun, era pieno dello spirito di saggezza, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui; gli Israeliti gli obbedirono e fecero quello che il Signore aveva comandato a Mosè.10 Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè - lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia - 11 per tutti i segni e prodigi che il Signore lo aveva mandato a compiere nel paese di Egitto, contro il faraone, contro i suoi ministri e contro tutto il suo paese, 12 e per la mano potente e il terrore grande con cui Mosè aveva operato davanti agli occhi di tutto Israele.

Il capitolo si chiude con un elogio a Mosè, il quale ha finito la sua missione ed è onorato perché gli fa la sepoltura Dio: non si trovò la tomba e questo è come dire che Dio lo ha preso con sè.

Molti commentatori dicono che il Deuteronomio è un libro che parla di ciò che sorregge una storia, che ti fa vedere come per camminare bisogna “alimentarsi”; è considerato il libro dell’amore appassionato: bisogna amare con tutto il cuore.