TUTTO FA BRODO...
di don Franco Barbero
dal blog di donfrancobarbero - 25 aprile 2017
Per il nuovo cattolicesimo, tutto fa brodo. Dopo il cadavere di padre Pio,
accolto in vaticano e trasportato trionfalmente a San Giovanni Rotondo (a spese
dello Stato italiano), ora il papa va a Barbiana, visiterà le tombe di Mazzolari
e di don Milani e, reduce dall'Egitto, andrà a Fatima, dalla "madonna di
Fatima"...
E' in atto tutta una mobilitazione del mondo cattolico e la cronaca quotidiana
conferisce una enorme visibilità a tutte queste vicende che producono
pellegrinaggi, affollamento nei santuari, liturgie solenni, commemorazioni
retoriche...
Dentro e dietro "questa operazione" spettacolare, che a livello di massa sta
ottenendo un successo enorme, che cosa sta avanzando?
Tutto e tutti sono "ricuperabili" e pienamente accolti purché non si tocchino i
dogmi, non si metta in discussione la dottrina.
Certo, "profeti" come Mazzolari, Milani, Turoldo, Balducci... non misero
direttamente in dubbio la dogmatica ufficiale. Il loro servizio alla comunità
ecclesiale in ogni caso viene ricondotto dentro i perimetri dell'ortodossia.
Lentamente, in questa stagione di crisi delle religioni, il ricupero ampio e
selezionato di tutti i "pezzi", è la politica ecclesiastica vincente, che trova
successo e consenso. Piace ai vescovi, vecchi e nuovi, tutti madonnari, ai
parroci, alla stragrande maggioranza dei cattolici.
Tale operazione ridona un'immagine vigorosa e seducente del cattolicesimo, con
grande soddisfazione del turismo laico e religioso che, sulle madonne e sui
"santuari", ha sempre fatto affari.
La mia opinione è che dietro a queste "porte aperte" crescano a dismisura il
devozionalismo, l'infantilismo religioso e l'analfabetismo biblico e teologico.
Si tratta di una strategia unificante e vincente, molto funzionale alla
progressiva emarginazione di quei credenti che pongono i problemi che una fede
adulta non può rimuovere.
Chiaramente questa operazione è utile per riassorbire e riconquistare alcune
frange critiche dell'attuale pontificato. L'istituzione ecclesiastica cattolica
ne esce rafforzata, ma questo "brodino" ecclesiastico
pronto all'uso rende davvero un servizio alla causa del Vangelo?
Esiste, a mio avviso, un aspetto più preoccupante. Mi sembra che anche il
paesaggio della ricerca teologica si faccia sempre più "prudente", allineato,
malleabile, con pochissime eccezioni.
La "rivoluzione di Francesco" non potrebbe, invece, renderci tutti più attivi,
costruttivamente critici, più audaci nel riprendere quelle tematiche sulle quali
il Concilio aprì qualche finestra e la modernità spalancò dei portoni? Si può
ancora osare qualche "eresia" oppure abbiamo il destino dell'ortodossia?
Questi interrogativi inquietano la mia vita, sono parte di un dialogo quotidiano
con tanti fratelli e sorelle, sono presenti nella preghiera che rivolgo a Dio
per il bene della chiesa di cui mi sento parte.