dal Blog di Franco Barbero 1.11.2008
Voglio proporre un
grappolo di pensieri per questa giornata.
1) Il ricordo di chi ci
ha preceduto può essere un atto di affetto e di saggezza. Può diventare un
"momento" in cui raccogliamo la testimonianza delle comuni fragilità
umane e la consegna di proseguire l'impegno di ciò che è stato fecondo nella
vita della persona defunta.
2) La resurrezione non
è una seconda vita nè un semplice prolungamento di quella presente. Nella
testimonianza biblica, la resurrezione rappresenta la fioritura piena di questa
vita, una pienezza che può operare solo il "Dio che resuscita i
morti". Egli compie in noi ciò che ha compiuto per Gesù.
3) La speranza della
resurrezione non significa quindi una fuga nell'aldilà, bensì un radicale
rimando all'aldiqua, alla cura autentica della vita e all'impegno operoso nella
storia. Nella morte rimettiamo la nostra vita nelle mani di Dio che la porta a
compimento. Gesù non ha mai separato la partecipazione piena alla vita e la
fiducia nel Dio che vince
4) Tutto l'armamentario
del suffragio, come si è sviluppato nel secondo millennio, costituisce un grave
insulto all'amore gratuito di Dio. L'industria del suffragio e l'invenzione del
purgatorio, avvenuta nel dodicesimo secolo, sono il frutto della delirante
presunzione della casta sacerdotal-gerarchica di poter influire sulla condizione
dei defunti a suon di messe e di indulgenze. E' nato così un redditizio quanto
scandaloso mercato del tempio, quasi che le mani della chiesa gerarchica fossero
più salvifiche di quelle di Dio.
5) Non abbiamo bisogno
di nessun suffragio. Non abbiamo un Dio da placare o da muovere a misericordia.
Non preghiamo Dio perchè si affretti a salvare i nostri defunti. Lo preghiamo
per averceli donati come compagni di viaggio e perchè dia a noi la forza di
credere in Lui, di fidarci della Sua Parola. Lo preghiamo in affettuosa
solidarietà con chi soffre per la morte di un familiare o di un amico.
6) In questi giorni
purtroppo esplode la superstizione e con i ripetuti riti delle messe di
suffragio si legittimano una teologia e una pratica pastorale aberranti, come se
un Dio ragioniere aprisse le porte del paradiso a quei defunti che, tramite la
rubinetteria ecclesiastica, sono beneficiari di un grande numero di messe
celebrate sulla terra.
7) L'anticipo di questa
deviazione si trova già nella festa dei santi. Infatti non c'è nessun santo.
Santo è solo Dio. Noi siamo semplicemente creature e la nostra fragilità non
va nascosta sotto artefatte aureole. Siamo certamente in presenza di percorsi di
fede di diversa intensità e possiamo ringraziare Dio quando incontriamo dei
testimoni particolarmente stimolanti del Suo amore, ma non è proprio il caso di
santificare nessuno. I vari padre Pio, i santi dei santuari e le innumerevoli
madonne di cui la gerarchia cattolica ha incoraggiato, inventato o tollerato il
culto sono ormai strumenti manipolatori e vere e proprie agenzie assai
redditizie.