Ci
ho riflettuto su una settimana, prima di scrivere questo “Almanacco”. Però
sento di non poterne fare a meno, e allora portate pazienza: la questione è
quella ormai arcinota dell’intervista rilasciata da monsignor Celestino
Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, per motivare
il voto contrario del Vaticano al progetto di una depenalizzazione universale
dell’omosessualità. Un’ iniziativa presa dalla presidenza di turno francese
dell’Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue.
Questa
la motivazione portata da mons. Migliore: “Il Catechismo della Chiesa
cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si
deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui la questione è
un’altra. Con una dichiarazione di valore politico si chiede agli Stati e ai
meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di
aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto
che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per
esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso
come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”.
I
Paesi al mondo in cui essere omosessuali è un problema sono 91, e in dieci di
essi è prevista la pena capitale. “Pazienza!”, dice il Vaticano. Se si
riconoscesse a livello di Nazioni Unite che anche la persona omosessuale ha dei
diritti, c’è il rischio che i Paesi (come l’Italia, per esempio) non
sufficientemente progressisti, in cui il matrimonio tra coppie dello stesso
sesso non è ammesso vengano derise a livello internazionale.
Davvero
monsignor Migliore è convinto, con i problemi planetari che affliggono
l’umanità, che ci siano dei governi che si preoccupano di essere presi in
giro perché la propria legislazione non autorizza matrimoni omosessuali? E come
può il Vaticano, che da una parola in su tira fuori il valore della persona,
anteporre il rischio della “gogna” (teorica) a quello concretissimo della
prigione, della tortura e della condanna a morte?
Io
continuo ad andare in chiesa. Ma ogni volta che capita una cosa del genere,
faccio più fatica. E devo dire anche perché. Mi pare che ai piani alti della
curia vaticana abbiano solo il sesso, nella testa. Piantato come un chiodo. Gira
e rigira sempre lì vanno a parare: niente preservativo, con tanti saluti
all’Aids e alla sovrappopolazione del pianeta, mentre gli omosessuali e i
divorziati risposati vadano tutti all’inferno.
I
Vangeli li ho letti tutti: mi pare che Gesù ‘sta fissa per il sesso non ce
l’avesse. Al contrario, da quel punto di vista era piuttosto portato a
perdonare. Mentre invece era molto duro con i ricchi: non potete servire due
padroni, ammoniva, e avvisava di quanto fosse più facile che un cammello
passasse per la cruna di un ago, che non un ricco entrasse nel Regno dei Cieli.
Ma
dov’è, oggi, la Chiesa che mi dia un buon esempio in quanto a povertà e
carità? Dove la Chiesa che mi inviti a rispettare questa Terra, dono di Dio,
prima che sia troppo tardi?