"Grazie al Porcellum è oligarchia cancelliamo questa aberrazione"
la
Repubblica del 08 settembre 2010
di LIANA MILELLA
L'ex
presidente della Consulta Gustavo Zagrebelsky spiega l'appello di LIbertà
e Giustizia: serve un movimento trasversale. "Leggi simili esistono solo
nelle dittature di partito. E infatti il presidente del Consiglio può
promettere candidature in cambio della fedeltà al Pdl"
- Il calderoliano Porcellum "rovescia la democrazia in oligarchia".
Dunque va messo da parte prima di un nuovo voto. "Basta una leggina fatta
di due frasi: "È abrogato il Porcellum ed è riportato in vigore il
Mattarellum"". Perché, ragiona l'ex presidente della Consulta Gustavo
Zagrebelsky, altrimenti l'attuale legge elettorale continuerà a "ferire la
Costituzione" e ad espropriare i cittadini del loro diritto di scegliere da
chi essere rappresentati. Per salvare "quella piccola cosa che è la
democrazia" si
mobilita l'associazione Libertà e Giustizia.
Ironizza Ellekappa, nella vignetta che campeggia sul sito: "Siamo
seri, non si può andare a votare con una legge elettorale che grugnisce".
Ci spiega il perché dell'iniziativa?
"Non si è mai vista in democrazia una legge
elettorale in cui gli elettori non possano scegliere i propri rappresentanti, ma
siano semplicemente chiamati ad "abboccare" alle designazioni fatte
dalle segreterie dei partiti. Leggi di questo genere esistono solo nelle
dittature di partito. Se questa non è un'aberrazione, non so cos'altro potrebbe
essere".
Una legge che delega alle segreterie dei partiti, a solo cinque uomini
in Italia come dice Fini, la nomina di mille parlamentari, espropria i cittadini
del diritto di indicare i propri rappresentanti?
"Certamente. Ma non solo. Rovescia la democrazia in oligarchia. Che cos'è
l'oligarchia se non il regime in cui i pochi che stanno in alto chiamano a sé e
cooptano i propri uomini di fiducia? La democrazia non richiederebbe che i
rappresentanti in Parlamento siano invece uomini di fiducia dei
cittadini?".
Ma quando la legge Calderoli fu votata si disse che serviva per evitare
campagne elettorali costose e per bloccare le interferenze di lobby criminali
sulla scelta di deputati e senatori. Questi argomenti le paiono validi?
"Sono funzionali a un sistema oligarchico, non democratico. Potrebbero
essere presi sul serio se si potesse dimostrare che l'attuale illimitato potere
delle segreterie dei partiti di scegliere i candidati sia stato usato per
selezionare una classe dirigente di persone oneste e competenti, degne di
ricoprire la funzione parlamentare. Non generalizziamo, ma possiamo dire che
effettivamente sia accaduto così? Ovvio che i problemi esistono, ma devono
essere risolti diversamente, per esempio stabilendo limiti rigorosi alle spese
elettorali e regole di trasparenza sui finanziamenti. La penetrazione di
interessi criminali nella politica, poi, può essere addirittura facilitata
dalla gestione oligarchica delle candidature".
A questa legge si può imputare la "colpa" di aver acuito la
distanza tra cittadini e politica e di aver favorito l'astensionismo?
"Sì. Una legge come quella attuale è la dimostrazione che la classe
dirigente vuole proteggersi dall'ingresso sulla scena della politica della
cosiddetta società civile. Chiariamoci il concetto. Società civile non sono i
salotti, le lobby, i gruppi organizzati per interessi settoriali. La società
civile è l'insieme dei gruppi, delle associazioni, di coloro che liberamente,
come ad esempio nel grande mondo del volontariato, dedicano gratuitamente
passione ed energie al bene comune. Costoro chiedono giustamente
"rappresentanza", ma la legge attuale li allontana dalla presenza in
politica".
In un meccanismo come quello inventato nel 2005 lei individua un vulnus
costituzionale?
"Sì. Nel solo fatto che, come giustamente si dice, deputati e senatori
siano designati dall'alto e non eletti dai cittadini, c'è una violazione della
sovranità popolare (articolo 1 della Costituzione). In più, il sistema attuale
fa dei parlamentari degli agenti dei capi di partito che li hanno messi in
lista, e non i rappresentanti della nazione come dovrebbe essere, secondo
l'articolo 67 della Costituzione. Infine, un Parlamento così fatto è
totalmente privo di autonomia e di autorevolezza rispetto a coloro che ve li
hanno messi. Ciò che è accaduto in questi giorni, quando il presidente del
Consiglio promette candidature in cambio di adesioni al Pdl, non dimostra forse,
nel modo più chiaro, che i posti in Parlamento sono considerati proprietà di
chi comanda, il quale li può distribuire come vuole?".
Libertà e Giustizia si mobilita "per restituire ai cittadini il
diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento". Com'è nata
l'idea?
"È nata per tutte le ragioni dette finora. È una mobilitazione per la
democrazia. La speranza è creare un movimento trasversale e corale tra tutti
coloro che hanno a cuore questa piccola cosa che è la democrazia. Non abbiamo
nessuna idea, né ci preoccupa averla, su chi potrebbe avvantaggiarsi e chi
invece sarebbe danneggiato dall'abrogazione della legge elettorale vigente. In
gioco c'è ben altro che il successo di questo o quel partito. C'è la difesa
della democrazia".
Ogni volta che si ragiona di riforma del sistema elettorale si apre una
contesa tra sostenitori di diverse soluzioni, quella tedesca, francese, spagnola
o inglese. Un guazzabuglio dal quale non si esce mai. Lei cosa suggerirebbe per
arrivare almeno a un compromesso decente?
"La situazione attuale è di emergenza. Giustizia e Libertà ha lanciato
tempo fa questo slogan: "Mai più al voto con questa legge
elettorale". Ogni altra soluzione sarebbe migliore. Tuttavia, se ciascuna
forza politica interessata alla riforma elettorale si muoverà per conto proprio
secondo la sua strategia politica, il risultato sarà inevitabilmente l'impasse,
e ci terremo la legge che si dice di voler cambiare".
E invece c'è una via d'uscita?
"Il suggerimento minimalista è di rivolgersi indietro alla legge
precedente, il cosiddetto Mattarellum. Era una legge criticabile, ma certamente
rappresenterebbe oggi il meno peggio. Sarebbe già qualcosa di importante. Si
trattava di un compromesso tra logica maggioritaria e logica proporzionalistica
che potrebbe soddisfare, almeno parzialmente, tutti quanti. Poi, se i tempi lo
consentiranno, si potrà lavorare fuori dell'emergenza, per un nuovo sistema
elettorale. Per raggiungere questo risultato, al quale le Camere prima dello
scioglimento dovrebbero dedicarsi, basterebbe una leggina fatta di due frasi:
"È abrogato il Porcellum ed è riportato in vigore il Mattarellum"".